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Vaccini, migliora la copertura in Italia. Lazio regione virtuosa

Infettivologia Redazione DottNet | 24/04/2018 19:58

Preoccupa ancora la Sicilia, nonostante i 300 casi e i 3 morti di morbillo

Migliora in tutta Italia la copertura vaccinale. La maggior parte delle regioni, 11 su 21, raggiunge l'obiettivo di immunizzare almeno il 95% dei nuovi nati con il vaccino esavalente, ovvero quello che protegge contro malattie gravissime come polio, difterite e tetano. Ma la copertura a livello nazionale resta leggermente al di sotto di questa soglia. Crescono complessivamente ancora di più le vaccinazioni contro il morbillo, di oltre il 4%, ma solo una regione, il Lazio, supera il 95% di bimbi immunizzati.

"Il bilancio è ottimo. Posso dire che la stragrande maggioranza dei genitori ha capito il rischio a cui sono esposti loro e i loro figli". Ma "non abbiamo risolto. Avremo risolto quando non ci saranno più morti per malattie prevenibili da vaccino e le epidemie saranno scomparse", commenta il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.    Accolto da plausi e contestazioni, il decreto approvato a luglio 2017 ha aumentato il numero delle vaccinazioni obbligatorie da 4 a 10 legandoli alla possibilità di frequentare la scuola. Il risultato, secondo i dati aggiornati a dicembre 2017, e quindi relativi ai primi 6 mesi dopo l'entrata in vigore, è "un sensibile aumento per tutti i vaccini", sia per quelli obbligatori che non. In particolare la copertura contro la polio è aumentata del +1,21% rispetto al 2016 e si attesta al 94,5% a livello nazionale. Ma la metà delle regioni resta sotto la soglia di sicurezza del 95% di immunizzati, ovvero la soglia minima per proteggere dalla malattia anche chi il vaccino non può farlo per motivi di salute o di età. A trainare verso il basso sono aree tradizionalmente 'scettiche' come Bolzano, ma anche Friuli Venezia Giulia e Sicilia.    Come conseguenza delle inadeguate coperture vaccinali nei confronti del morbillo, nel corso del 2017 il nostro Paese è stato interessato da una estesa epidemia di questa malattia esantematica, che può causare complicanze gravissime.

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Il 2017, ha sottolineato il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Walter Ricciardi, "è stato un anno choc per il morbillo", con "5.000 casi di morbillo, di cui 300 tra operatori sanitari, e 4 decessi", ma "grazie alla legge sull'obbligatorietà l'Italia è uscita da un posto infame nella classifica globale per numero di vaccinazioni". Secondo i nuovi dati, la prima dose di vaccino contro il morbillo vede una crescita delle coperture del 4,42% rispetto all'anno precedente, una sola regione che supera il 95%, il Lazio, e altre due che vi si avvicinano, ovvero Piemonte e Umbria, con rispettivamente il 94,7% e 94,5.   Trainate dal generale aumento delle vaccinazioni obbligatorie, crescono a livello nazionale anche le coperture nei confronti delle vaccinazioni non obbligatorie, come quella contro lo pneumococco e il meningococco C, con rispettivamente +2 e +2,5% circa. "Stiamo arrivando", ha proseguito il ministro, "verso l'obiettivo della legge", ovvero il 95% di coperture da 0 a 6 anni, ma "questo non significa che dobbiamo rilassarci perché l'aumento della vaccinazione va estesa ad altre fasce di età critiche, come adolescenti e anziani".

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